«È stato un evento storico per lo Yoga e un’emozione grande vedere i primi insegnanti al mondo sostenere l’esame per ottenere la certificazione - commenta Fabio Pitti, coordinatore del Dipartimento di Yoga e Scienze Applicate del Centro Studi Bhaktivedanta. Insegnare Yoga acquisisce ora una nuova dignità e diventa finalmente una professionalità riconosciuta secondo parametri di qualità oggettivi».
I primi a ottenere la certificazione sono stati 15 insegnanti italiani e svizzeri nell’ambito dell’iter, in fase di conclusione, che sta portando alla nascita della prima certificazione al mondo di “insegnante Yoga” supervisionato da un ente nazionale di accreditamento, in questo caso quello designato dal governo italiano, Accredia.
Il Dipartimento di Yoga e Scienze Applicate del Centro Studi Bhaktivedanta, associazione non profit riconosciuta e di promozione sociale fondata nel 1995 da Marco Ferrini con sede a Ponsacco in provincia di Pisa, è stato uno dei protagonisti di questo risultato, che è il frutto di lunghi mesi di lavoro.
«Cambia tutto: finalmente oggi una persona che si voglia avvicinare alla professione di insegnante di Yoga ha dei riferimenti chiari, che valgono per tutti indipendentemente dal tipo di scuola e tradizione, e ha la possibilità di certificare e veder riconosciuta secondo precisi standard di qualità la sua professionalità».
«Perché lo Yoga sta diventando un fenomeno di massa e come tale si deve difendere dalle contraffazioni e da coloro che, spinti dal desiderio di cavalcare l’onda di un “prodotto di successo”, finiscono però per stravolgerne il senso, trasmettendo in modo inappropriato ciò che Yoga non è. Lo schema di certificazione predisposto in conformità alla Norma UNI stabilisce invece in modo inequivocabile che Yoga è ciò che è collegato alla Tradizione e alle sue fonti letterarie, ovvero a quel sapere originario da cui questa disciplina origina. Questo principio è una garanzia e una tutela sia degli insegnanti davvero qualificati, collegati a una tradizione autentica, sia degli utenti, che possono contare su parametri oggettivi per discernere a chi affidarsi. Essendo l’insegnamento dello Yoga, come tutte le professioni non ordinistiche regolato dalla legge 4/2013, quella della certificazione era la migliore strada percorribile, oltretutto prevista e incoraggiata dalla norma stessa. In questo, l’Italia è precursore in quanto, quella UNI è la prima Norma di riferimento a livello internazionale; oltretutto l’ente italiano di normazione UNI che l’ha emessa risulta settimo nel rating mondiale».
«Il nostro Dipartimento, che vanta partner internazionali di rilievo come la Dev Sanskriti University di Haridwar, una delle più prestigiose università indiane, è stato nominato “organismo di valutazione” da en.i.c. (Ente Italiano di Certificazione). Siamo cioè il partner tecnico che ha collaborato alla stesura dello schema di certificazione e che si occuperà della valutazione dei candidati.
Il Centro Studi Bhaktivedanta, nato nel 1995 da un’idea di Marco Ferrini, si occupa da oltre vent’anni di approfondire e divulgare il millenario sapere dell’India antica e classica, ed è ormai punto di riferimento internazionale per chiunque voglia studiare in modo profondo i testi dello Yoga e l’enorme corpus letterario della civiltà dei Veda. Questo riconoscimento da parte di en.i.c segue quello ottenuto dal nostro Fondatore, che nel 2012 è stato insignito dal Presidente dell’India della Medaglia d’Oro “in riconoscimento del suo contributo alla divulgazione nel mondo della conoscenza vedica per il miglioramento e il benessere dell’umanità”. È Adjunct Professor e membro della rivista scientifica della Dev Sanskriti University di Haridwar.
«I parametri dello schema di certificazione sono stati elaborati seguendo le indicazioni della Norma UNI 11661:2016. È stato un lavoro lungo e complesso iniziato nel giugno 2017 per approdare a uno schema di certificazione che prevede due macro profili professionali in cui ricadono solo le tipologie di Yoga e gli stili di insegnamento legati alle tradizioni originarie del sub continente indiano. È necessario infatti possedere le conoscenze approfondite di almeno alcuni dei testi principali dello Yoga tra cui: Veda, Yoga Sutra, Bhagavad Gita, Upanishad, Haha-Yoga Pradipika, Gheranda Samhita, Tantra Shastra.
La ratio è quella di verificare che il professionista possegga sufficienti elementi di conoscenza nell’area storica, filosofica e antropologica, normativo-legislativa, psicologica, comunicativa, metodologia, dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano».