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Acqua, onde, luce, alba, prof Ferrini

Fluire con l’essere, con la luce, con la vita attraverso percorsi lunghi, ampi e stretti, attraverso l’intelletto che non vuole essere toccato dalle cose, ma cerca la luce affinché non venga sbalzato fuori da ciò che cerca. La spiegazione ha un significato minimo rispetto alla realtà.

Le domande più tonanti tornano sempre dentro di noi. “Perché noi scegliamo il peggio e non il meglio?”, “Perché odiamo anziché amare?”, “Perché l’avidità e non la generosità, perché l’attività egocentrica e non l’azione aperta, totale?”, “Perché essere meschini quando ci sono montagne che si innalzano verso il cielo e fiumi scintillanti?”, “Perché?”, “Perché vedere la realtà porta ad una cosa e le opinioni, le spiegazioni portano ad un’altra?”. Dolori, ceneri e memorie. Desiderare e chiedere non hanno un senso al mondo. Serve il percome e non il perché.

Con il sottofondo del mare, l’ascolto delle conferenze del Prof. Ferrini, mi ha permesso di elaborare immagini interiori evocate dagli armonici naturali nell’interno delle sue parole che, come in un abbraccio, possono accogliere i dubbi, le incertezze, le indefinitezze del vivere. 

Egli mi ha trasmesso il grande insegnamento che più una cosa è comune più è nobile e preziosa. Il tempo è povero e non può pesare la ricchezza. 

Una parola in fila all’altra, senza che le tante ore dedicate facessero percepire lo scorrere del tempo nel calore estivo, può costruire IL FILO da cui la pressione naturale del piede dell’uomo può far sgorgare la gioia in grande abbondanza, senza una origine e senza una meta, ovunque.

Molte volte le sue meditazioni hanno favorito un’immanenza dentro l’alba attesa con sentimento di meraviglia da una scogliera. Sembrava non avere radici, la creazione avvenuta senza cuocere del pane, senza ombre di conflitti o di finzioni

Le sue conferenze mi hanno portato ad un ascolto sull’universalità delle sue parole descrivendo come l’uomo all’interno della propria civiltà non ha trovato, nonostante l’attraversamento di millenni, il nido della propria interiorità, depositaria del suo vero tesoro. 

La poetica di un’essenza la sua che non muta e non perde mai la continuità, quale è il mare e che può vedere, senza alone di paura, spostarsi l’orizzonte via via che osserva l’invisibile linea. 

Le onde del mare e le onde psichiche hanno trovato nelle sue conferenze una voce che traduce l’avvento di stati d’animo che rivelano il potere trasformativo dell’ascolto.

Perché cosi come il sentiero che sale su per il monte non potrà mai contenere la totalità del monte, così l’immensità non è contenuta nella parola ma nel suono. Il bisogno di innocenza (non quella inventata dal pensiero) e di austerità (non quella del sacrifico) cerca di nutrirsi da tutto. Questo rende la mente viva e religiosa, superando il pensiero ed il sentimento, oltre le torture della speranza e della disperazione.

Grazie Maestro



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