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La testimonianza di Sabrina

Sono Sabrina, ho 56 anni. Durante la mia vita ho avuto una costellazione di lutti, gli ultimi circa un anno fa.

I lutti non elaborati portano delle conseguenze nell’organismo e nelle relazioni. Io credo di averne sofferto a causa della non completa accettazione inconscia. Da qui alla malattia il passo è breve.

Anni fa ho incontrato Marco Ferrini in una dinamica di bellissime sincronicità. Non ho potuto evitare di conoscerlo. A dire il vero ci siamo riconosciuti e questo ha portato alla mia frequentazione della scuola e dei corsi ma soprattutto ad ascoltare quotidianamente gli audio del Maestro. Ciò mi è stato di grande aiuto nella dissoluzione del dolore, ragion per cui oggi, ad intervento avvenuto mi sento più leggera e forse sono anche riuscita a superare i lutti e integrare il passato nel posto giusto dentro di me.

La scorsa estate, dopo aver ricevuto diversi segnali, per la prima volta mi sono decisa a fare lo screening ricevuto per posta che per molto tempo avevo ignorato. Avevo intuito da molte letture che la mammografia poteva essere pericolosa.

Così l’8 settembre eccomi prenotata per fare la mammografia. È stata solo la prima tappa di un percorso che ancora non è terminato, nemmeno dopo l’operazione. Fanno la biopsia e mi comunicano i risultati alla fine del mese. Si renderà necessario un approfondimento. 

A metà ottobre ho fatto il Mammotome (agobiopsia mammaria). Mi sono presentata all’appuntamento con il Japa nella borsetta e ho ripetuto per tutto il tempo il Maha Mantra. La Mammotome concettualmente è simile alla mammografia ma guidata anziché da un ecografo con un apparecchio radiologico che permette un posizionamento molto più preciso. In 45 minuti, mi fanno diversi prelievi per un successivo esame istologico dal quale emerse poi la necessità di fare un intervento mininvasivo. La quadrantectomia. Infatti, l’esame rilevò la presenza di un piccolo carcinoma globulare di qualche millimetro.

Il 27-28 novembre con il mio Maestro partecipo ad un seminario sulla visualizzazione meditava. Ferrini mi sollecita una domanda che esprima il disagio che provo riguardo al mio ostacolo. Racconto un po’ la storia terminata lo scorso anno in pieno periodo Covid, con l’impossibilità di stare vicina a mio padre che non ho potuto assistere nell’imminenza del trapasso. Ferrini a questo punto con la visualizzazione meditativa mi ha aiutato ad affrontare con coraggio queste esperienze. L’abbraccio con mia mamma e mio marito morti tanto tempo fa vissuto durante la visualizzazione, mi ha permesso di integrare questa realtà. Il Maestro è stato per me come un chirurgo ma in una dimensione energetica e spirituale.

Il Maestro mi ha accompagnato nella visualizzazione con grande sensibilità e amore visualizzando ogni dettaglio orientando la realtà sul piano spirituale dove mi sono sentita accolta e protetta, dove il dolore fisico viene ovattato e canalizzato verso la luce.

Utilizziamo la “malattia” come una opportunità per superare i nostri limiti e non diventare vittime del nostro ego, come lui pretenderebbe, ma partecipando attivamente uscendo dalla dinamica della sofferenza che distrugge il nostro corpo e blocca la potenza della visualizzazione.

A quel punto spettava a me vivere il mio futuro forte di questa visualizzazione. Animata da queste sensazioni sono arrivata in sala operatoria. Aperta, consapevole e lucida anche quando mi hanno fatto due punture nella spina dorsale mentre io cantavo il Maha Mantra. Li ti fanno a pezzi ma tu devi lasciarti andare ed affidarti ai medici e a Krishna. 

La notte prima dell'operazione non ho dormito ma praticato con amore tutti i passaggi e il mantra e poi sono arrivata la mattina all’alba in ospedale con una inusuale calma e lucidità. I medici hanno riferito che sentivano bisbigliare, era il mio mantra.

L’anestesista è arrivato applicandomi la mascherina e prima che facesse totalmente effetto, ho visto mia madre, sentivo le mie lacrime calde, una infermiera me le asciugava. Ero sopraffatta da un oceano di emozioni. Ho detto a mia madre di guarire con me, consapevole che il seno sinistro rappresentava il rapporto con lei, e sono scivolata fuori dal corpo. Ho girato in alto ma ho recuperato presenza quando hanno cercato di svegliarmi a quel punto mi sono vista da fuori. Ho visto il medico che era di spalle e che con insistenza mi scuoteva e cercava di svegliarmi. Ho percepito il rientro come un vortice di luce a spirale verso la corona della testa come se una coda di cometa arrivasse nella sala operatoria. Il risucchio nel corpo è stato violento e al risveglio ho parlato di cosa ho visto con i medici, sarà una allucinazione? Ero ancora nella fredda sala operatoria. Mi sentivo colma di una dolcezza infinita per il vissuto che avevo percepito e che ancora adesso vive in me. No, non era una allucinazione.

L’intervento ha avuto successo ed ora sono in attesa con l’oncologo di capire cosa dovrò fare per evitare eventuali recidive, nel mio caso poco probabili. Come è risultato dalle analisi dei tessuti prelevati.

Molte donne hanno vissuto questa esperienza senza alcun appoggio spirituale. Io ho avuto l’opportunità di lavorare con il Maestro e di avere l’affetto sentito dei devoti. Che ringrazio infinitamente. 

Sabrina

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